INTERVISTA DEL GIORNALE L'ADIGE AL PRESIDENTE DELLA F.C.I. TRENTINA

TRENTO - «La previsione più ottimistica è quella di correre la Bolghera il 26 giugno come apertura di stagione, anche se ritengo abbastanza improbabile che ciò possa accadere».
A parlare è Dario Broccardo (nella foto) , presidente della Federciclismo trentina e allenatore di moltissimi atleti di caratura internazionale.
Naturalmente si sta riferendo alle competizioni ciclistiche giovanili.
«Certo. Anche se il calendario delle nostre corse, pur essendo formalmente scollegato, è strettamente legato sua a quello dei professionisti che, come è evidente, all'evolvere della situazione emergenziale. Non serve nemmeno che lo dica: la prima cosa che conta ora è riuscire a vincere questa battaglia contro la malattia».
Beh, in gara a fine giugno sarebbe già una buona notizia...
«Come ho detto: è l'ipotesi più ottimistica. Vado a naso: fino alla fine di aprile dovremmo stare tutti in casa e penso che ormai le scuole non riapriranno più. Se i ragazzi non possono andare a scuola non mi sembra proponibile che possano uscire in bicicletta. Dunque, se tutto andrà bene, potranno ricominciare ad allenarsi ai primi di giugno. La Bolghera –che dopo lo spostamento già previsto per via del referendum si correrebbe il 26 giugno –potrebbe essere la prima gara. Ma con molte, moltissime riserve. Butto lì: ci lasceranno correre attorno l'ospedale, a fine giugno?»
Ma se tutto il calendario andrà ridefinito, anche la Bolghera potrebbe cambiare data, no?
«Sarà da vedere. Appena avremo idea di quando si potrà ricominciare, come Federazione inviteremo tutti i club a riproporci le candidature per l'organizzazione delle varie gare con una data di preferenza e una di riserva. Poi, con i comitati di Bolzano, Veneto e Friuli stileremo la nuova stagione. Una stagione compressa in una ventina di settimane che cercherà di tener conto di tutte le esigenze ma anche della burocrazia. Non dimentichiamo che per chiudere le strade e ottenere i permessi ci vogliono dai 30 ai 40 giorni. Per di più servono due ambulanze per gara: non so se le avremo a disposizione per tutte le corse, dopo quanto è accaduto in questi giorni».
In più l'organizzazione di gare richiede sponsor. Confermeranno tutti la loro presenza nel nuovo calendario?
«Questo è un altro punto centrale. Temo che un 30 per cento delle corse sarà cancellato perché al termine di questa situazione industrie, artigiani, piccoli esercenti avranno da pensare a pagare i loro dipendenti e molti non investiranno nelle sponsorizzazioni di una corsa ciclistica».
Quanto costa organizzare una gara giovanile?
«Si va dai duemila ai cinquemila euro. Poi ci sono gare internazionali come il Degasperi che invece ne costano anche 15 mila».
Niente facile trovare quei soldi.
«No. Infatti sarà tutto ridimensionato: premiazioni, rinfreschi e spese varie. Ma un po' di soldi servono ugualmente».

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