F.C.I. - A.C.S.I. - GREEN PASS E I NUOVI PROTOCOLLI

(fonte BICI DA STRADA)

 

L'avv. BORGNA dell'A.C.S.I. In una intervista una attenta disanima sul ciclismo amatoriale targato 2022

 

La Federazione Ciclistica Italiana (FCI) il 10 gennaio scorso ha approvato la nuova versione del Protocollo Sanitario Federale che introduce l’obbligo di green pass “per tutti i ciclisti di ogni categoria” impegnati in competizione fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31 marzo.

Una delibera che ha fatto storcere il naso ad alcuni, ma che allo stesso tempo segna un confine importante. L’obiettivo è quello di dare uniformità di regole a tutto il movimento: dalle categorie internazionali fino ai master.

Alla vigilia della nuova stagione ci siamo chiesti se l’obbligo del green pass nelle competizioni amatoriali sta portando il movimento ad un cambiamento ed i singoli ad interpretare in modo diverso la propria passione per la bicicletta.

 

Così abbiamo chiamato l’avvocato Emiliano Borgna(foto sotto), responsabile nazionale ACSI settore ciclismo, Ente di Promozione Sportiva (EPS) riconosciuto dal CONI.

 

ACSI Ciclismo nel 2021 contava ben 52.933 tesserati e 1.883 Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e Società Sportive Dilettantistiche (SSD) con oltre 1.200 eventi affiliati tra cui note granfondo

– ACSI Ciclismo e green pass. Con il nuovo Protocollo Sanitario FCI c’è uniformità di regole e disposizioni tra i vari eventi rispetto alla passata stagione che ha visto l’introduzione progressiva del certificato verde?
Lo scorso anno e soprattutto nel 2020, il ciclismo fu il primo sport a ripartire. Le regole c’erano ed erano abbastanza chiare, ma forse per alcuni era più facile fare finta di nulla… L’obbiettivo di tutti è far ripartire l’attività e la priorità è la sicurezza quindi ben venga il controllo del green pass. La tutela della salute è componente imprescindibile e, come per altri aspetti della vita, l’obbligo vaccinale sembra essere lo strumento giusto. L’unico che ci può avviare a questa ripresa.

– Oltre all’obbligo del green pass ci sono altri cambiamenti per i tesserati in vista della nuova stagione?
– A livello sanitario non ci saranno grossi cambiamenti. I ciclisti si sono comunque abituati a questa “nuova normalità” e hanno dimostrato, in più occasioni, di saper convivere con questo cambiamento

Il settore ACSI Ciclismo fa sempre capo a disposizioni e protocolli emanati dalla FCI o adotta anche provvedimenti interni?
– La regolamentazione tecnica nell’ordinamento sportivo, fa sempre capo alle Federazioni Sportive Nazionali. I regolamenti degli Enti di Promozione Sportiva si rifanno a quelli delle Federazioni.

– Il particolare contesto sembra aver allontanato un bacino di utenti dalle gare amatoriali, in particolare dalle granfondo. Qual è la dimensione di questo fenomeno?
– I cali di partecipazione sono importanti: -30%, -50 % in alcuni casi. Altri eventi sono addirittura cresciuti rispetto alle annate precedenti. Dobbiamo ricercare la motivazione di questa tendenza, ma non è cosa semplice. Si va dalla giustificata paura a trovarsi in contesti affollati ad abitudini completamente stravolte e rimesse in totale discussione, a condizioni economiche cambiate. Ci vorrà tempo per capire se si potrà ritornare a quella che fino al 2019 era la normalità

– Il ciclismo essendo un’attività sportiva all’aperto ha visto aumentare la base dei praticanti. Questa tendenza ha portato ACSI Ciclismo a staccare nuove tessere?
– Sì. Ci sono neofiti della bicicletta che si sono avvicinati a questo mondo negli ultimi due anni dopo aver acquistando la prima bici dopo il lockdown. Altri, invece, hanno iniziato ad utilizzare la bicicletta come strumento d’eccellenza per i trasferimenti in ambito urbano. E ancora c’è chi pratica ciclismo senza mire sportive o prestazionali. La tessera associativa pensata per la mobilità urbana non fa riferimento ad allenamenti o ad eventi. Garantisce una copertura per l’utilizzo della bicicletta in un contesto di mobilità. Una modalità che ha visto un aumento in – Grandi eventi come la Nove Colli hanno applicato una riduzione delle iscrizioni. La Maratona delle Dolomiti porterà quest’anno a 8mila i pettorali disponibili.
QUI la nostra intervista a Michil Costa.
Si punta di più sui servizi e sulla qualità . Come se la passano gli eventi che vivono una dimensione più ridotta?
– I grandi non hanno subito il contraccolpo. Da diverso tempo infatti sono diventati eventi “imperdibili” dove tutti vogliono essere presenti. Penso, tra i nostri eventi, a L’Eroica. Le manifestazioni meno partecipate hanno subito perdite importanti e questo comporterà ragionamenti per poter garantire determinati standard

termini di richieste.– Il contesto ha fatto cambiare mentalità al ciclista amatore?
– Sicuramente sì. Gli eventi di massa attirano tutti sempre e comunque: dall’agonista più accanito, a coloro che partecipano per vivere una giornata di sport. Certamente – è un dato riscontrabile ed oggettivo – eventi meno “race” hanno subito addirittura degli incrementi di partecipazione. Penso, ad esempio, alla Prosecco Cycling o alla Berghem Mola Mia. Sembra ci sia un ritorno al passato, alle origini del movimento amatoriale. C’è sempre spazio per l’agonismo, ma sembra diminuita l’esasperazione. I ciclisti hanno vissuto un periodo di riflessione c
– Le regole in vigore possono non piacere a tutti anche se marcano un confine rispetto al passato. Quali sono le nuove prospettive?
– Il filone della manifestazione cicloturistica con tratti cronometrati agonistici sta diventando sempre più importante e sembra rendere felici un po’ tutti. Interessante è il format che propone il Colnago Cycling Festival di Desenzano (Bs). Due eventi in uno dove i partecipanti in sede di iscrizione, da questa edizione, decidono se partecipare in modalità agonistica alla granfondo o se, invece, intendono essere inseriti nelle premiazioni dei tratti agonistici percorrendo il resto dell’evento in modalità cicloturistica. E poi c’è Nova Eroica. Ancora una volta sono stati i primi ad organizzare un evento gravel che è diventato davvero un grande evento che cresce ogni anno. Al netto di Protocolli Sanitari e green pass.

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